LA PREGHIERA PIU' POTENTE IN OGNI DIFFICOLTA'

Tertulliano, nel II sec., dirà che il Padre Nostro è “breviarium totius evangelii”: appunto il riassunto, la sintesi di tutto il Vangelo.

PADRE…

ANTICO TESTAMENTO

Anche gli Ebrei nell’AT applicavano il nome di “Padre” a Dio (lo si trova almeno 15 volte).

Es.: - Dt 32,6: “Non è lui il padre che ti ha creato, che ti ha fatto e ti ha costituito”?

- Is 64,7: “Ma, Signore, tu sei nostro Padre; noi siamo argilla e tu colui che ci dà forma, tutti noi siamo opera delle tue mani”.

- Ger 31,9: “Essi erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni; li condurrò a fiumi d’acqua per una strada diritta in cui non inciamperanno; perché io sono un padre per Israele”.

- Sal 103,13-14: “Come un padre ha pietà dei suoi figli, così il Signore ha pietà di quanti lo temono. Perché egli sa di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere”. Anzi nell’AT Dio è presentato non solo come Padre ma anche con atteggiamenti di “madre”. D’altra parte noi diciamo “Padre Nostro” perché siamo educati in una cultura maschilista; se fossimo in una cultura femminista diremmo “Madre Nostra”…Dio non è sessuato, meglio: è al di sopra di ogni differenza sessuale. Isaia (66,12-13) dice appunto: “I suoi bimbi saranno portati in braccio, sulle ginocchia saranno accarezzati. Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò”. Però questo uso del termine “padre” nell’AT, e ancor più in altre religioni, è metaforico, cioè serve per esprimere la misericordia di Dio verso gli uomini o l’alleanza con cui ha chiamato gli Israeliti a diventare il suo popolo ed anche il legame derivante dalla creazione, ma non c’è la coscienza che fra noi e Dio esista un legame di “sangue”.

NUOVO TESTAMENTO

Il NT approfondisce il concetto di Dio come “padre”. Anzi sulle labbra di Gesù fiorisce un’espressione nuova, un termine vezzeggiativo: Abbà, papà, papalino, babbino, papi (cfr. Mc 14,36; Gal 4,6; Rm 8,15). La parola “padre” riferita a Dio ritorna 170 volte nei 27 libri del NT E non solo Gesù è presentato come quello che ha diritto di chiamare Dio papà, ma anche noi ne abbiamo diritto: perché Dio è nostro padre – non solo per metafora (“come se”) – ma in realtà.

- Gv 1,12-13: “A quanti l’hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio i quali, non da sangue, né da volere di carne, né a volere di uomo, ma da Dio sono nati”.

Siamo stati non soltanto creati ma generati da Dio. Nella sua prima lettera Giovanni usa un’espressione ancora più forte: - 1 Gv 3,9: “Chiunque è nato da Dio non commette peccato, perché un germe divino dimora in lui”. In greco, germe è “sperma”: in noi c’è il seme di Dio. - 1 Gv 3,1-2: “Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente. Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio”.

Dentro di noi c’è “qualcosa di Dio” per cui abbiamo veramente il “sangue di Dio” dentro e quindi a pieno diritto possiamo chiamare Dio, non solo in senso metaforico, ma in senso reale, PAPÀ.

Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così:

Padre nostro che sei nei cieli,

sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno,

sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

e rimetti a noi i nostri debiti

come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male.

Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.